Paolo della Bella Cronologia

Quaderni di Collettivo r, 1977

Ferruccio Masini
(L’Unità, 6 luglio 1977)

Ci sono modi diversi di essere giovani poeti. Quello di della bella ha un timbro netto, spavaldo, perentorio. Echi del ‘68, ma al di là di questo: speranze e rabbia, volontà rivoluzionaria e routine, fronti che si scompaginano, tattiche logoranti, la storia di quest’ultimo decennio. Un primo dato importante: la passione politica. Un virus che ad onta dell’indignazione dei ceti dominanti, è entrato nel sangue anche di chi dovrebbe pensare a «farsi una posizione» nel paradiso del consumismo putrefatto. Ma la passione politica di della Bella non intorbida i pensieri, non rende settari e unilaterali. Proprio questa poesia c’insegna che questa è una passione «umana», umanizzante, capace di legare insieme il filo amaro dei giorni. Della bella non ha atteggiamenti gladiatori e dissacratori. La sua «cronologia» è fatta di avvenimenti al margine della cronaca. Il suo sobrio e tagliente «giornale di bordo» annota le cattive bonacce, segue I cammini discordi delle correnti e s’intrica, senza smarrirsi, nei tortuosi e confusi itinerari della lotta di classe. Ma tutti questi elementi, che sembrano bilanciarsi tra «pubblico» e «privato», sono investiti di un singolare magnetismo: hanno una potenza d’irradiazione lirica insospettabile proprio in virtù della loro grammatica scabra, oserei dire, del loro alfabeto primordiale. Il tono sentenzioso è scontato dall’ironia, l’ingenuità disarmata e disadorna è confutata dalla sapiente pregnanza dei sottintesi, dal furore livido delle ellissi. Il taglio epigrammatico di della bella sostituisce la punta polemica alla metafora. La sua intelligenza ironica fa giustizia delle piccole «delinquenze» della letteratura: non inventa codici per l’universale fabbrica della menzogna.
 

 

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