RICCARDO
NENCINI
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
Paolo della
Bella, «artefice».
Vocabolario degli Accademici della Crusca 1612: «Artefice»:
esercitator d’arte. In volgare: artigiano della Firenze
medievale e rinascimentale dalla personalità eclettica.
Creatore. Arte del saper fare.
Paolo – come la ricerca e la conoscenza dovrebbero insegnare
– non ha mai temuto di mettersi in discussione.
Ha prodotto fogli satirici e ne ha commentato il contenuto;
ha pensato e disegnato; ha scritto, poesie, libri di successo
e libercoli immaginifici; ha fotografato e dipinto, seppur
con discontinuità. Un’altra delle sue caratteristiche.
«Per essere felici – sostiene un proverbio basco
– bisogna aver fatto almeno tre cose: un figlio, un
libro, piantato un albero». Se ha piantato l’albero,
l’artista ha incontrato la felicità.
Sogni arretrati altro non è che l’incontro
con le origini – le radici – e il segno del
lavoro di una vita.
Tutto si compie sotto le fronde dell’albero genealogico,
alto e dai mille rami. Avi fiorentini, scalpellini e gonfalonieri
al contempo, fino al celeberrimo acquafortista Stefano
della Bella. Dopo di lui, sotto lo stesso albero, discepoli
del Giambologna e del Tacca, orefici e pittori. Insomma,
artefici!
Che la tradizione ultima, interrotta da troppo tempo, andasse
ripresa con lena, non vi era alcun dubbio.
Paolo l’ha fatto a modo suo. Naturalmente. Mescolando
alla sepolta eredità del sangue – il tratto energico
della matita – e all’arte dello scrivere, antica
come il mondo, le nuove tecniche avute in dono dal Novecento.
L’impasto – pregiato - è il salvadanaio
del suo spirito.
Si aggiunge dunque un della Bella ai tanti che, dal ‘500,
hanno onorato la Toscana ed i confini altrui.
Da Stefano, Paolo ha tratto l’amore per l’innovazione,
indispensabile per non cadere nell’oblio e per celebrare
la memoria. Se non altro la propria. Da sé, l’ultimo
della Bella ha tratto e coltivato l’amore per la diversità.
Paolo della
Bella è da decenni uno dei protagonisti
della scena culturale fiesolana. Per il suo lavoro all’interno
dell’Ufficio Cultura del Comune, ovviamente, ma anche
per moltissimo altro. Come fotografo, visto che a lui si
deve quasi interamente l’esistenza di una «memoria» fotografica
degli ultimi venti anni di vita pubblica della città.
Come grafico, per aver realizzato alcuni dei più memorabili
poster della nostra storia recente. Come artista, per aver
superato, partendo da Fiesole, i confini del nostro territorio
e essere diventato uno dei punti di riferimento di un’arte
a metà tra satira, immagine, riflessione, semplice
bellezza. Come intellettuale, per aver prodotto alcune
delle più importanti idee alla base dell’attività culturale
della nostra città. E infine come provocatore, per
essere sempre stato, anche lavorando dall’interno
dei luoghi in cui si produce cultura, sempre in modo diverso,
parallelo, spesso contrario. Di tutto questo la città deve
ringraziarlo, nonostante le evidenti difficoltà di
riuscire sempre a comprendersi legate a una personalità anarchica
come la sua.
Questo libro è,
per Fiesole, un evento indispensabile e prezioso. Un
momento che mancava e di cui tutti noi sentivamo la bruciante
mancanza. Sarebbe anche riduttivo, adesso, dire che viene
a colmare un vuoto: il lavoro di della Bella non aveva
certo bisogno di una celebrazione, basterebbe citare
la sua recente Enciclopedia delle scienze anomale o
il suo Mirabiblia, che hanno raccolto i più grandi
consensi di pubblico e di critica in tutta Italia. Diciamo
che questo libro consentirà a tutti noi, da ora
in poi, di avere una specie di sintesi e di summa dell’attività di
questo artista. In questo senso, quindi, si colma un vuoto
che in effetti, vista anche l’ampiezza e la diversità delle
sue attività, rimaneva chiaro a tutti. Ne siamo
particolarmente lieti. Perché da sempre ne stimiamo
le grandi capacità, la fantasia, la ricchezza. Perché siamo
orgogliosi che Fiesole abbia tra le sue tante preziose
risorse culturali, anche quelle che scaturiscono dalla
vulcanica mente di Paolo della Bella.
Fabio Incatasciato, Sindaco di Fiesole / Paolo Becattini, Assessore alla Cultura