Festa della Toscana 2006
Consiglio Regionale della Toscana, con la collaborazione del
Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e del Comune di Fiesole.

Il mondo festeggiante
STEFANO DELLA BELLA & PAOLO DELLA BELLA (XVII -XXI secolo)
mostra a cura di Anna Forlani Tempesti e Giovanna M. Carli
Palazzo Capponi Covoni, v. Cavour, 4 – Firenze, 25 novembre - 10 dicembre 2006


RICCARDO NENCINI
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA

Paolo della Bella, «artefice».
Vocabolario degli Accademici della Crusca 1612: «Artefice»: esercitator d’arte. In volgare: artigiano della Firenze medievale e rinascimentale dalla personalità eclettica. Creatore. Arte del saper fare.
Paolo – come la ricerca e la conoscenza dovrebbero insegnare – non ha mai temuto di mettersi in discussione.
Ha prodotto fogli satirici e ne ha commentato il contenuto; ha pensato e disegnato; ha scritto, poesie, libri di successo e libercoli immaginifici; ha fotografato e dipinto, seppur con discontinuità. Un’altra delle sue caratteristiche.
«Per essere felici – sostiene un proverbio basco – bisogna aver fatto almeno tre cose: un figlio, un libro, piantato un albero». Se ha piantato l’albero, l’artista ha incontrato la felicità.
Sogni arretrati altro non è che l’incontro con le origini – le radici – e il segno del lavoro di una vita.
Tutto si compie sotto le fronde dell’albero genealogico, alto e dai mille rami. Avi fiorentini, scalpellini e gonfalonieri al contempo, fino al celeberrimo acquafortista Stefano della Bella. Dopo di lui, sotto lo stesso albero, discepoli del Giambologna e del Tacca, orefici e pittori. Insomma, artefici!
Che la tradizione ultima, interrotta da troppo tempo, andasse ripresa con lena, non vi era alcun dubbio.
Paolo l’ha fatto a modo suo. Naturalmente. Mescolando alla sepolta eredità del sangue – il tratto energico della matita – e all’arte dello scrivere, antica come il mondo, le nuove tecniche avute in dono dal Novecento. L’impasto – pregiato - è il salvadanaio del suo spirito.
Si aggiunge dunque un della Bella ai tanti che, dal ‘500, hanno onorato la Toscana ed i confini altrui.
Da Stefano, Paolo ha tratto l’amore per l’innovazione, indispensabile per non cadere nell’oblio e per celebrare la memoria. Se non altro la propria. Da sé, l’ultimo della Bella ha tratto e coltivato l’amore per la diversità.


 

Paolo della Bella è da decenni uno dei protagonisti della scena culturale fiesolana. Per il suo lavoro all’interno dell’Ufficio Cultura del Comune, ovviamente, ma anche per moltissimo altro. Come fotografo, visto che a lui si deve quasi interamente l’esistenza di una «memoria» fotografica degli ultimi venti anni di vita pubblica della città. Come grafico, per aver realizzato alcuni dei più memorabili poster della nostra storia recente. Come artista, per aver superato, partendo da Fiesole, i confini del nostro territorio e essere diventato uno dei punti di riferimento di un’arte a metà tra satira, immagine, riflessione, semplice bellezza. Come intellettuale, per aver prodotto alcune delle più importanti idee alla base dell’attività culturale della nostra città. E infine come provocatore, per essere sempre stato, anche lavorando dall’interno dei luoghi in cui si produce cultura, sempre in modo diverso, parallelo, spesso contrario. Di tutto questo la città deve ringraziarlo, nonostante le evidenti difficoltà di riuscire sempre a comprendersi legate a una personalità anarchica come la sua.

Questo libro è, per Fiesole, un evento indispensabile e prezioso. Un momento che mancava e di cui tutti noi sentivamo la bruciante mancanza. Sarebbe anche riduttivo, adesso, dire che viene a colmare un vuoto: il lavoro di della Bella non aveva certo bisogno di una celebrazione, basterebbe citare la sua recente Enciclopedia delle scienze anomale o il suo Mirabiblia, che hanno raccolto i più grandi consensi di pubblico e di critica in tutta Italia. Diciamo che questo libro consentirà a tutti noi, da ora in poi, di avere una specie di sintesi e di summa dell’attività di questo artista. In questo senso, quindi, si colma un vuoto che in effetti, vista anche l’ampiezza e la diversità delle sue attività, rimaneva chiaro a tutti. Ne siamo particolarmente lieti. Perché da sempre ne stimiamo le grandi capacità, la fantasia, la ricchezza. Perché siamo orgogliosi che Fiesole abbia tra le sue tante preziose risorse culturali, anche quelle che scaturiscono dalla vulcanica mente di Paolo della Bella.

                                                                                                                                     Fabio Incatasciato, Sindaco di Fiesole / Paolo Becattini, Assessore alla Cultura

 

 

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